sabato 16 maggio 2015

Marechiaro non diventi un circolo privato!



Marechiaro è da secoli una delle mete preferite dai napoletani per le loro vacanze balneari. Innumerevoli sono le opere della letteratura e della musica che ne celebrano l'aspetto bucolico, legato alla vita semplice e sana dei pescatori, dei barcaioli, degli osti. Già il grande Giovanni Paisiello a fine settecento celebra tale affresco con un opera bellissima, L' Osteria di Marechiaro, da pochi anni riportata sulle scene dopo un secolare oblio al teatro San Carlo. La magia di Marechiaro, a differenza di altre zone della città travolte dalla fiumana del progresso, è quella di conservare tutt'ora gran parte di questo fascino antico, legato più ancora che ai suoi luoghi incantati, ai suoi carismatici personaggi che sembrano usciti da un gouache di altri tempi.

Questa magia si sta per spezzare, però! Un comitato di ristoratori e ricchi residenti, da tempo sta tenendo riunioni ed incontri con esponenti del potere comunale, affinché si limitino ancora di più le già limitatissime possibilità di raggiungere il borgo d'estate. E senza balneazione, addio antico tessuto sociale magico fatto di pescatori, barcaioli e piccoli osti che di quel piccolo ma prezioso turismo si è sempre nutrito!

Tre o quattro anni fa, la società di servizio pubblico ha soppresso la linea c23, unico collegamento pubblico tra il borgo e la città. Nonostante la mancanza di collegamento pubblico, da anni la zona in estate diventa ztl con transito e sosta riservata ai soli residenti, divieto che riguarda non solo le ingombranti autovetture, ma anche, senza apparente motivo, gli agili e poco voluminosi ciclomotori. Questa ztl è istituita, in linea di principio, per evitare che la circolazione si blocchi per l'eccesso di traffico. Considerato però che la ztl è attiva solo nelle ore diurne, ed i picchi di traffico e congestione sono invece nelle ore serali, sorge o non sorge il sospetto che il vero scopo della ztl sia proprio quello di limitare l'accesso al borgo dei soli bagnanti? perché più rumorosi, perché camminano senza abiti eleganti, perché non sempre clienti dei rinomati e carissimi ristoranti della zona?
Vi era un parcheggio privato, fino all'anno scorso, che a caro prezzo, comunque garantiva un minimo di servizio pubblico offrendo a qualche non-residente o non-cliente la possibilità di accedere al borgo con i propri mezzi. A quanto pare questo parcheggio è stato ora preso in gestione direttamente dai tre principali ristoranti, che lo riserveranno tutto ai loro soli clienti.
Cosa resta per venire a Marechiaro? I piedi: un chilometro e mezzo di discesa e poi risalita ripida, su asfalto, senza marciapiedi, con il caldo estivo. E poi? Il taxi!
E' chiaramente una discriminazione, in entrambi i casi: nel caso dei piedi si discriminano le persone meno forti, nel caso del taxi le meno ricche.
Sembra assurdo, irreale, ma i membri del comitato davvero non si rendono conto del razzismo e del classismo che mettono in atto?
Ed i rappresentanti del comune li lasciano fare?
La discriminazione è un reato nella nostra costituzione, la repubblica si impegna a rimuovere gli ostacoli all'uguaglianza.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Articolo 3 della costituzione Italiana!


Sarebbe un bel gesto se si cominciasse a rimuovere questa assurda discriminazione, che divide i cittadini privilegiati, ricchi, dalla massa dei cittadini comuni che non possono permettersi il taxi per raggiungere il mare della loro città.
Perché deve essere chiaro che Marechiaro non è un parco privato, ma un pezzo del comune di Napoli, con strade piazze, scale, mare di tutti i napoletani, anzi, di tutti i cittadini italinai.

Per questo, se il comitato ha diritto a fare le sue riunioni e le suo proposte discriminatorie, noi abbiamo diritto di chiamare in causa tutti gli esclusi, tutti i cittadini che si vedranno precluso il mare di casa loro a firmare una petizione dove si mettono nero su bianco pochi fondamentali diritti:

Si ripristini un servizio di navetta pubblica!
Si regoli la sosta selvaggia, ma non si chiuda l' intera zona che ha gli spazi sufficienti per gestire molto più traffico di quello dei soli, pochissimi residenti!
Non si discrimini tra turismo da ristorazione e turismo balneare!
Non si chiudano gli antichi porticcioli alle barche dei pescatori e dei barcaioli locali! Si potenzino anzi le vie del mare, come era negli anni 50 quando uno splendido servizio di Motobarche collegava Marechiaro a Mergellina.
Si restituisca ai cittadini l'antica piazzetta, non si creino nuove piazze pedonali, senza nessuna storia, da dare poi in pasto ai privati.

Si faccia qualcosa per ridare ai cittadini le discese ai lidi ed alle spiagge pubbliche, discese che oggi sono di proprietà di ville e imprese private.

Firma la petizione on line su: https://www.change.org/p/sindaco-di-napoli-luigi-de-magistris-non-permetta-che-marechiaro-diventi-un-parco-o-circolo-privato


Ciro D'Alessio

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